Sentiero

La speranza di Pin nel Sentiero dei nidi di ragno-il 1° romanzo dei partigiani

Il sentiero dei nidi di ragno è il primo romanzo di Italo Calvino che tratta il tema della Resistenza. Lo scrittore comincia a scrivere l’opera nel 1946, affermando lui stesso che impegnò molto tempo nella redazione del primo capitolo; gli altri nove invece nascono naturalmente e Calvino riesce a scriverli tutti d’un fiato.

Il protagonista della narrazione è Pin

Un bambino di circa dieci anni che, orfano di madre e abbandonato dal padre, vive con la sorella Rina. Pin cresce da solo e per questo motivo cerca le amicizie degli adulti nell’osteria del villaggio che frequenta spesso.

Scopriamo insieme la storia del Sentiero

Essendo bambino, viene preso in giro dagli adulti e per farsi accettare nel loro gruppo, accetta di rubare la pistola di un tedesco, cliente della sorella. Dopo aver sottratto la pistola al marinaio tedesco, la porta in osteria e attende di essere accolto nel gruppo; questa cosa però non succede perché gli adulti non mostrano più interesse per la pistola.

Ci troviamo nel periodo dell’occupazione tedesca in Italia, quindi Pin non può conservare la pistola, così, la nasconde nel suo posto segreto: il sentiero dove fanno nidi i ragni. Dopo aver nascosto la pistola, il bambino torna in paese scordandosi addosso la cintura, motivo per il quale viene catturato dai tedeschi e incarcerato.

In galera, Pin subisce atti violenti da parte dei tedeschi, ed è uno dei passaggi in cui fa conoscenza con l’aggressività degli adulti. Nasce in lui la speranza dell’amore nel momento in cui conosce Lupo Rosso, un partigiano di sedici anni che lo coinvolge nella sua fuga dal carcere.

I due riescono a fuggire ma poi si perdono di vista, Pin rimanendo di nuovo da solo. Pensando ad un posto dove rifugiarsi, il bambino incontra Cugino, un altro partigiano che lo inserisce nel gruppo antifascista a cui appartiene.

Introdotto in questa banda, Pin incontra persone dai caratteri vari: Dritto (il comandante), Pelle, Carabiniere etc. Una sera, il comandante Dritto, senza accorgersene, incendia il loro nascondiglio, obbligando tutta la banda a fuggire e a cercare un altro rifugio.

Contemporaneamente, si prepara la battaglia tra partigiani e tedeschi. Kim e Ferreira, capi partigiani, si dirigono verso il gruppo del Dritto per potere pianificare l’attacco. Il giorno dopo però, cioè il giorno della battaglia, Dritto decide di non scendere in campo a lottare per rimanere nel capannone con Giglia (per la quale nutriva una passione).

La battaglia si conclude senza grandi risultati, ma il gruppo si deve mettere di nuovo in cammino perché il capannone non era più un luogo sicuro. Si incontrano anche con altri partigiani e una delle discussioni nasce quando Pin divulga la relazione amorosa scoperta tra Dritto e Giglia. Il comandante mena il bambino per farlo stare zitto, ma costui lo morde e scappa.

Dopo alcuni giorni di camminata, Pin arriva nel suo paese e si nasconde sul sentiero dei nidi, il posto doveva aveva nascosto la pistola rubata all’inizio del romanzo. Si accorge che la pistola era sparita e va a cercare la sorella che però era ormai complice dei tedeschi.

Il bambino scopre che la pistola era arrivata in possesso di Rina, si arrabbia e scappa di casa. Per sua fortuna, Pin incontra nuovamente Cugino che, in un primo momento lo vuole lasciare da solo per andare con una donna, ma subito dopo cambia idea e ritorna dal bambino. Quest’ultimo è ora felice di avere un adulto che si prende cura di lui.

L’ambientazione del romanzo

Ci troviamo a Sanremo, la città natale dei genitori di Italo Calvino, in una stradina chiamata Caruggio Lungo. La prima parte dell’azione si svolge nella locanda del posto e poi si sposta nei boschi delle montagne liguri.

Leggendo il romanzo, osserviamo che il vicolo nel quale vive Pin, anche se segnato dall’esclusione, è un luogo di riferimento; mentre la prigione e il bosco simboleggiano disorientamento per il bambino in un’età così fragile.

 

Pin, il protagonista-bambino che Italo Calvino sceglie per raccontare i fatti dolorosi della Seconda Guerra Mondiale

Un’innocenza che lo porta a vivere una realtà a cui un bambino non dovrebbe essere sottoposto. Il protagonista è un bambino impertinente, arrogante che lotta contro il mondo degli adulti. Anche se vive nel loro mondo, Pin si sente escluso, non riuscendo a capire la loro realtà, anche a causa della mancanza di una guida stabile.

Trovandosi nel periodo della formazione, il bambino ha molti dubbi che non verranno allontanati se non con la forzata maturità che avviene nel momento in cui diventa partigiano.

Il desiderio di Pin di far parte del mondo degli adulti avviene grazie alla pistola che, invece di essere oggetto di guerra, diventa simbolo della fiaba. Italo Calvino può utilizzare questo elemento magico (la pistola) perché il suo personaggio non conosce la storia, avendo solo dieci anni; per Pin la storia è un argomento indecifrabile.

E’ interessante osservare che, grazie a Pin, ritroviamo nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, una guerra all’interno della guerra: la sua guerra contro gli adulti all’interno della guerra degli adulti, cioè tra partigiani e tedeschi.

Questo sentiero invaso dalle tele dei ragni suggerisce l’intreccio dei ricordi della Resistenza che Calvino doveva scrivere subito per non dimenticare. Questo vicolo che diventa il nascondiglio di Pin, suggerisce anche la fragilità e la solitudine in cui vive il personaggio che è sempre alla ricerca di qualcuno che lo accetti.

Alla fine del romanzo, vediamo che l’unica persona che lo accoglie nella sua vita è Cugino, che è anche l’unico personaggio che guadagna la fiducia del bambino. Pin trova la figura protettrice, che sarà incaricata di uccidere Rina (ormai spia dei tedeschi) nel mondo degli adulti.

Grazie all’innocenza del bambino-protagonista, Pin riesce ad avere alla fine del romanzo la vita che aveva sempre sognato, cioè una vita piena dell’amore di una figura adulta.

Infine, Il sentiero dei nidi di ragno è la descrizione di una lotta vissuta anche da Italo Calvino a soli vent’anni, che non si sente di narrare crudelmente, scegliendo gli occhi ingenui di un bambino.

È giusto secondo voi, cari lettori, intrecciare l’innocenza dei bambini con la guerra? Aspettiamo il vostro parere!

Puoi fare anche un salto nel passato leggendo il Furioso, una novità o il seguito dell’Innamorato?

Fonti:

 

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