Autore: Diana Caragea
Una delle parole più usate è la formula di saluto “ciao”. Nel corso del tempo, la ricca storia delle lingue ci mostra come dietro ogni parola c’è un’origine interessante. Anche se parliamo della loro provenienza dal latino, come possiamo vedere nel caso delle lingue romanze, alcune di esse rivelano un segreto strano, spesso celando un passato terribile.
1. L’ETIMOLOGIA DI “CIAO”
La parola Ciao è nata nel 1818 e viene dall’antica forma veneziana di saluto “s’ciavo” che è la forma sincopata di “schiavo”, enfatizzando la possessione di una persona senza il suo consenso, cosa spesso incontrata storicamente. Il senso che viene inteso da questo fenomeno è di “sono vostro schiavo”.
2. LA STORIA DIETRO LA PAROLA “CIAO”
Questo saluto fu usato da Carlo Goldoni nelle sue commedie, come possiamo vedere l’espressione nell’opera La Locandiera:
“Amici, vi sono schiavo.”
Lo stesso senso è rappresentato del saluto “servus” che viene dalla forma latina “sclavus” (salve oggi), questo avendo un’identica storia terribile. Insieme hanno in comune il tragico fenomeno della schiavitù e stranamente, ci sono due formule di saluto dello stesso contesto storico. Vale la pena parlare anche dell’origine della parole “slavo”, che non ha solo una, ma due etimologie opposte nel loro significato: gloria e schiavitù. La parola era destinata alle persone di etnia slava le quali furono catturate e sfruttate per secoli a causa della minaccia dei grandi poteri mondiali i quali desiderarono conquistare e controllare i deboli e indifesi.
Per quanto riguarda la Germania, l’Italia o proprio il temuto Impero ottomano, i popoli slavi hanno un denominatore comune: loro subirono significanti cambiamenti sul governo e sullo stile di vita, a causa della tirannia a cui furono esposti nel corso del tempo. Le vittime della crudeltà senza confini furono portate a Venezia, Ratisbone e Lione, che rappresentarono il mercato principale il traffico di umani. Secondo gli storici russi, l’etimologia la quale si riferisce alla gloria del popolo slavo potrebbe costituire un tentativo di cancellare lo stigma legato alla schiavitù. D’altra parte, non c’è una fonte precisa sulla vera origine della parola, ed è per questo che entrambi sensi sono accettati.
3. L’MPATTO CULTURALE DELLA PAROLA “CIAO”
Una parola abbastanza nuova nel vocabolario italiano, avendo quasi 200 anni, ma che è riuscita ad avere un impatto eccezionale sulla cultura del Novecento. Essendo una delle parole più usate in italiano, il suo impatto viene riconosciuto nella società di oggi e secondo il Corriere “è la parola più pronunciata dopo pizza nel mondo”. Il suo uso nelle canzoni, nel tempo, ebbe un’influenza particolare sul cambiamento e la cancellazione della sua orrenda provenienza.
Mi Va Di Cantare
Nel 1968 Louis Armstrong duetta con Lara Saint Paul a Sanremo la canzone Mi Va Di Cantare con il suo verso celebre:
“Ciao, stasera son qui.”
Il significato e l’intenzione cordiale provano che non tutte le cose che vengono da una situazione terribile sono fatte per rimanere così per sempre.
Bella Ciao
Secondo il celebre etnomusicologo Roberto Leydi la canzone Bella Ciao origina dalla tradizione popolare, da un canto piemontese dell’Ottocento dove però manca la parola ma a cui gli viene assegnato più tardi. E importante notare che nelle versioni precedenti la canzone non era particolarmente nell’ambito partigiano causato dalla Seconda Guerra Mondiale. Questa canzone è ormai conosciuta in tutto il mondo anche grazie alla serie TV La casa di carta (La casa de papel) che ha come colonna sonora proprio questo brano.
Ecco alcuni versi:
”Una mattina mi son svegliato
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.”
Nel caso di questa canzone, Ciao viene usato come una formula di commiato, evidenziando la speranza di rivedere la persona amata. Il soldato sta per andare in guerra dopo che le forze nemiche fecero sentire la loro presenza. Egli sogna e desidera di abbracciare di nuovo la sua donna dopo che la conflagrazione finirà.
”Ciao bella” è anche un saluto comune in tutta l’Italia: quando qualcuno vuole fare un complimento e salutare allo stesso tempo una donna, si usa di solito questa espressione!
Ciao
La canzone dall’album omonimo è compiuta dal noto cantante Lucio Dalla è stato lanciato il 1 settembre 1999. Questo brano riesce a catturare l’essenza amichevole della parola.
Ecco alcuni versi:
“C’è stato come un lampo lì, proprio in mezzo al cielo
Che era blu cobalto liscio, liscio senza un pelo
La città sotto era un presepio, le luci del tramonto
La scia di un aereo, facevano più bello il mondo.”
Ciao Ciao
Un’altra canzone famosa, in questo caso dall’inizio dell’Età Contemporanea:
Il brano tratto dall’album Ragione e sentimento uscito nel 2005 appartiene alla nota cantante napoletana Maria Nazionale. Lei si colloca tra le figure più celebre della musica italiana, insieme a Tuto Cutugno, Tiziano e Raffaella Carrà. Ciao Ciao è una delle sue canzoni più famose. Si è goduta di fama a livello internazionale, essendo una delle canzoni italiane più famose di tutti i tempi, con circa 13 milioni di visualizzazioni su YouTube fino ad oggi. Il saluto doppiato è spesso usato per esprimere l’entusiasmo di rivedere qualcuno che amiamo, utilizzato frequentemente dagli italiani. Nel caso della canzone in cui si tratta del desiderio di rivedere la persona amata che è passata sopra da all’ascoltatore un sentimento di familiarità e commodità.
4. CORISPONDENZE NELLE LINGUE ROMANZE
Vediamo insieme se la parola “ciao” dell’italiano somiglia in qualche modo con altre lingue. Per questo dobbiamo scoprire come si dice Ciao in altre lingue:
1. Spagnolo: Hola
2. Portoghese: Olá
3. Rumeno: Salut
4. Francese: Salut
Anche se tutte e quattro le lingue, come l’italiano, sono lingue romanze, osserviamo che nessuna parola somiglia dal punto di vista della pronuncia e dell’ortografia alla parola “ciao”. Nello stesso tempo, alcuni paesi usano direttamente la parola “ciao” come saluto, per esempio la Romania.
Oltre a questi paesi, la parola nata in italia si usa anche in Germania e Ungheria, grazie ai film italiani che nel tempo sono diventati molto famosi. In Italia la parola si usa sia nel momento dell’incontro che nel momento della separazione, a differenza di altri paesi in cui si usa solo nel momento dell’incotro.
In rumeno si possono trovare anche variazioni informali del famoso saluto italiano, come “ceau”, “ciau” o “ceao” che dipendono della regione del Paese in cui vengono utilizzati.
Se ti interessa, puoi leggere anche riguardo il primo romanzo dei partigiani.
Fonti: