Autore: Diana Caragea
Ludovico Ariosto è uno dei più amati e apprezzati personaggi della letteratura italiana ed è il più emblematico scrittore del Rinascimento per il suo capolavoro, l’Orlando Furioso. Ludovico Ariosto, Matteo Maria Boiardo e Torquato Tasso: rappresentano il trio letterario della città di Ferrara. Scopriamo di più riguardo le opere più importanti di Ariosto in quest’articolo dedicato al grande maestro rinascimentale!
L’infanzia di Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto nacque l’8 settembre 1474 a Reggio Emilia, primogenito di dieci fratelli. Suo padre, Niccolò, fu capitano della cittadella di Reggio, lavorando al servizio del duca di Ferrara, Ercole I d’Este. Sua madre si chiamava Daria Malaguzzi.
Dopo il trasferimento della famiglia a Ferrara, Ludovico Ariosto nutrì una grande passione per gli studi letterari, specialmente per la poesia, ma suo padre lo esortò a seguire corsi di diritto per potersi assicurare un posto di funzionario.
A vent’anni si dedicò alla letteratura, frequentò i letterati presenti alla corte estense, tra i quali ricordiamo il rinomato Pietro Bembo. Dopo la morte del padre nel 1500, il giovane Ludovico Ariosto dovette prendersi cura della sua famiglia, trovandosi in un’impasse artistica a causa dell’incertezza del futuro che lo aspettava.
Così iniziò il suo lavoro per gli Estensi i quali lo nominarono capitano alla rocca di Canossa. Durante il suo servizio, creò anche diversi lavori che verranno apprezzati anche nei secoli a venire. Tra tutti, il più degno di nota rimarrà per sempre l’Orlando Furioso.
Le opere di Ludovico Ariosto
Nel 1503, lo scrittore tornò a Ferrara dove si mise al servizio del cardinale Ippolito d’Este, e, in questo periodo, scrisse due commedie intitolate Cassaria (1508) e Suppositi (1509). Il suo capolavoro in 46 canti, Orlando Furioso, fu redatto per la prima volta durante la sua residenza nella città d’arte e pubblicato inizialmente nel 1516, mentre l’edizione finale fu pubblicata nel 1532.
L’Orlando Furioso, un’opera intrecciata
Prima dell’Orlando Furioso ci fu l’Orlando Innamorato di M. M. Boiardo. Il poema cavalleresco che non è andato a buon fine costituisce la fonte principale di ispirazione per il capolavoro rinascimentale scritto da Ludovico Ariosto.
Infatti, l’opera letteraria rappresenta una continuazione del lavoro iniziale del conte M. M. Boiardo, avendo gli stessi personaggi e la stessa azione, arricchiti dal grande scrittore in modo unico, e rivela una complessità senza precedenti: la moltitudine di personaggi e le loro caratteristiche morali mettono in evidenza la natura umana dal principio alla fine del poema.
E’ l’alter ego del rinomato poeta a cantare “le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” nel suo poema poliedrico, costituito da vari filoni narrativi che, intrecciandosi, riescono a creare un’esperienza indimenticabile per il lettore che ha così l’opportunità di entrare in un universo di straordinaria complessità.
L’Orlando Furioso ha 3 nuclei tematici che mettono in evidenza sia varie problematiche sia il memorabile stile ariostesco, caratterizzato da diverse prospettive e da un tono leggero con note ironiche.
Per poter comprendere l’importanza e l’impatto ariostesco nell’ambito letterario, dobbiamo seguire i principali filoni narrativi che raccontano tre diverse particolari storie. Anche se in guerra e nonostante le circostanze sfavorevoli, i personaggi riescono ad innamorarsi.
- La lotta tra cristiani e saraceni: Carlo Magno e le sue truppe cristiane si insediano in Francia per dare battaglia al re africano Agramante e al suo alleato re Marsilio, allo scopo di vendicare la morte di Traiano .
- La pazzia di Orlando: Angelica è una principessa dell’Oriente di cui si innamora il protagonista, Orlando. Altri personaggi si innamorano di lei durante il racconto, tra i quali c’è anche il bravo guerriero cristiano, Rinaldo. Orlando impazzisce a causa dell’amore non ricambiato per Angelica che si sposa con un guerriero saraceno chiamato Medoro. Quando Orlando scopre la verità, va fuori di testa. Astolfo va sulla luna per ritrovare la mente di Orlando.
- Le nozze di Ruggiero e Bradamante: Bradamante è una guerriera saracena di cui Ruggiero si innamora perdutamente. Egli deve superare una serie di prove per poterla incontrare di nuovo e, finalmente, sposarsi. Loro sono gli antenati e l’origine della Casa d’Este.
Fu proprio il grande filosofo francese Voltaire che disse:
FR: L’Arioste est mon dieu.
ITA: Ariosto è il mio dio.
Anche la marchesa du Deffand, Marie de Chamrond de Vichy, scrisse in una lettera destinata a Voltaire:
FR: Certainement je ne lirai point Rabelais; pour l’Arioste, je l’aime beaucoup; je l’ai toujours préféré au Tasse.
ITA: Certo è che non leggerò Rabelais: però Ariosto, l’amo tanto; l’ho sempre preferito a Tasso.
Le Satire (1534), fonte autobiografica
Tra il 1517 e il 1523 scrisse le Satire le quali divennero note per l’atteggiamento umanistico osservato a livello strutturale, specificamente riguardo il componimento in terza rima. La reinvenzione della satira in volgare e la grande ispirazione presa dalle Epistole di Orazio rappresentano i mezzi essenziali che mettono le basi dello stile del poeta in questo lavoro.
Il rapporto con la vita di corte è necessario per collegare l’universo creativo con il mondo reale. Inoltre, l’opera letteraria, articolata in 7 volumi, è una fonte autobiografica indispensabile per il lettore. Ad esempio, nella Satira VI, lo scrittore afferma che all’età di 20 anni il suo latino non era di buon livello, la sua formazione era scarsa.
Tuttavia, nel 1494 divenne discepolo dell’umanista Gregorio di Spoleto e sotto la sua attenta guida studiò intensivamente il latino, scrivendo a quel tempo numerose poesie in latino.
A 25 anni entrò a far parte della compagnia teatrale di Ercole I d’Este. Questo gli diede la possibilità di realizzare il suo sogno di creare e interpretare varie storie. Rimase con la compagnia per il resto della sua vita. La sua inclinazione alla drammaturgia si fa sentire in tutte le sue opere.
La morte di Ludovico Ariosto
Lo scrittore prevalente del Rinascimento morì il 6 luglio del 1533, un anno dopo la pubblicazione della versione finale dell’Orlando Furioso, a causa dell’enterite che gli causò complicazioni polmonari.
Negli ultimi anni di vita lavorò incessantemente al suo capolavoro che ebbe un enorme successo durante il Cinquecento, essendo stampato in 154 esemplari. Il suo lavoro è riuscito ad affascinare il continente europeo fino ad oggi.
Fonti:
- BOLOGNA, Corrado, ROCCHI, Paola, Rosa fresca aulentissima, Torino, Loescher, 2011
- Croce, Benedetto, Storia dell’età barocca in Italia. Pensiero – poesia e letteratura- vita morale, a cura di G. Galasso, Milano, Adelphi, 1993
- Ludovico Ariosto
- it.wikisource.org
- Ludovico Ariosto