“Parabenizar” oppure “dar os parabéns”? Quale dei 2 sarebbe corretto?

Autore: Matteo Cavina

“Parabenizar” oppure “dar os parabéns”? Quale dei 2 sarebbe coretto? Dipende… Parliamo un po’ di grammatica portoghese, anche se il messaggio di questo articolo può estendersi a qualsiasi lingua.

Il portoghese è una lingua parlata in vari paesi del mondo, sparsi su quattro continenti. In questi territori l’idioma lusofono vi è arrivato in epoche e in modi diversi.

Ed ecco che abbiamo già due elementi fondamentali per la nostra analisi: lo spazio e il tempo.

Questi due fattori, oltre ad altri, fanno sì che la lingua sia soggetta alla variazione diatopica e dicronica. Oddio, aspetta un attimo, non diciamo parolacce! Stiamo calmi, è molto più semplice di quello che sembra.

Variazione diatopica significa che la lingua cambia attraverso lo spazio, mentre variazione diacronica significa che la lingua cambia attraverso il tempo; ed è per questo che esiste il portoghese europeo e il portoghese brasiliano.

Detto ciò, non risulterà strano capire che quando dovrà “congratularsi” con qualcuno, un brasiliano dirà “te parabenizo”, mentre un portoghese dirà “dou-lhe os (meus) parabéns”. Questo fenomeno di variazione linguistica tra il portoghese brasiliano e quello europeo non dovrebbe porre nessun problema, eppure la controversia esiste eccome.

Le lamentele sono cominciate da quando il termine “parabenizar” (portoghese brasiliano) è entrato a far parte, sempre di più, del linguaggio quotidiano e della lingua scritta dei social networks, in Portogallo. L’arrivo del “parabenizar” in Portogallo ha un nome e, forse, più d’ uno: contatto linguistico.

Il contatto linguistico avviene quando due lingue (in questo caso due varietà della stessa lingua) si incontrano in un dato luogo, il che implica che i parlanti della lingua “A” inizino a ricorrere a elementi della lingua “B” e viceversa.

Questi elementi possono essere chiamati “prestiti linguistici” che, in questo caso, è un termine comico poiché la lingua di cui stiamo parlando è la stessa.

In una società cosmopolita come quella in cui viviamo oggi, è molto facile che due lingue si incontrino grazie ai mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione.

Le parole chiave che si possono trovare leggendo i commenti dei parlanti arrabbiati con questi prestiti sono: odio, irritazione, colonizzazione inversa e facilitazione della lingua.

Per quanto riguardo il fatto che le persone sentano odio e irritazione in presenza dei prestiti linguistici e degli “errori grammaticali”, è una cosa che ho già visto altre volte. Penso che le principali motivazioni che portano a questi sentimenti siano due: il potere delle grammatiche e la paura di perdere la propria identità.

Inerentemente al potere delle grammatiche, ci dovremmo sempre ricordare che questi volumi sono codici prescrittivi, in poche parole significa che sono stati scritti da persone che hanno cristallizzato sulla carta regole che noi siamo forzati a seguire con diligenza, come se le grammatiche fossero dei bugiardini; e sappiamo che se non seguissimo ciò che è scritto in un bugiardino, potremmo facilmente imbatterci negli effetti collaterali di quel farmaco.

Gli effetti collaterali di un uso “sbagliato” della grammatica sono evidentemente odio, irritazione e ogni tipo di emozione negativa. Ma, ragazz*, la lingua non é un farmaco pericoloso, noi abbiamo la libertà di esplorare e sfruttare la lingua e divertirci, dobbiamo solo preoccuparci di essere rispettosi degl* altr*.

Le grammatiche dovrebbero essere codici descrittivi e dirci ciò che accade veramente nella lingua e presentarci le varie opzioni che essa ci offre.

Per quanto riguarda la paura di perdere la propria identità, dovremmo ricordarci che una delle funzioni principali della lingua è esprimere la nostra identità, sia essa individuale, culturale o nazionale. E giustamente “parabenizar” indica chiaramente se un parlante è brasiliano, mentre “dar os parabéns a alguém” implica che la persona davanti a noi è portoghese. Ma qui si tratta di lasciare alle persone la possibilità di scegliere.

Per quanto riguarda la paura di perdere la propria identità, dovremmo ricordarci che una delle funzioni principali della lingua è esprimere la nostra identità, sia essa individuale, culturale o nazionale.

È fantastico il fatto che ci piaccia la nostra patria al punto da fare di tutto pur di promuoverla, ma la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. E limitare, giudicare, prendere in giro e esprimere rabbia nei confronti della lingua delle altre persone non va bene. Le due forme linguistiche sono diverse, ma dovremmo imparare ad abbracciare questa diversità che, in fondo, è uno dei punti di forza della lingua portoghese. La questione della “colonizzazione inversa attraverso la lingua”…è come il razzismo al contrario: non esiste.

La colonizzazione portoghese è stato un processo storicamente esistito, a causa del quale circa cinque milioni di africani furono deportati in Brasile e circa cinque milioni di indios furono uccisi. La lingua portoghese fu imposta a tutti gli abitanti della colonia (in realtà non da subito) a discapito di tutte le lingue africane e indigene.

Ora, credo che dire che il “parabenizar” sia capace di fare tutto ciò mi sembra un’esagerazione, no?

Inoltre, in Brasile il portoghese europeo si trova ancora in una posizione di potere rispetto al portoghese brasiliano. Nonostante in Brasile ci siano circa duecento dieci milioni di persone, quelli che intraprendono un percorso di scolarizzazione, devono imparare il “portoghese standard”, ovvero la norma linguistica del Portogallo.

Vediamo che che le persone sono complessi ma, alla fine, cos’è l’uomo? Qui puoi leggere un tentativo di riassumerlo in un articolo!

Concludiamo parlando della questione della facilitazione della lingua. Siamo sicuri che le lingue tendano alla loro facilitazione? Non possiedo risposte definitive, ma il semplice fatto di “dar os parabéns a alguém” sia una forma analitica (composta da più elementi) e “parabenizar” sia sintetica (composto da una parola sola), credo che sia una spiegazione insufficiente per affermare che il portoghese brasiliano stia semplificando la lingua.

E l’altra mia domanda è: anche se la stesse semplificando, qual è il problema?

Credo che più la nostra lingua è ricca, meglio è. In italiano disponiamo di entrambe le forme “complimentarsi” e “fare i complimenti a qualcuno” e a me piace utilizzarle indifferentemente. In inglese, quando qualcuno se ne va, si può dire “say farewell to somebody” se ci troviamo in Gran Bretagna, ma se ci trovassimo in Australia potremmo dire “farewell somebody”, “semplificando” le cose, bello, no?

Allora io mi complimento con te/ti faccio i complimenti per essere arrivat* fino a qui!

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2 commenti su ““Parabenizar” oppure “dar os parabéns”? Quale dei 2 sarebbe corretto?”

  1. Bellissimo. Mi sono entusiasmato all’articolo, pensando anche agli orrori compiuti a suo tempo dai portoghesi colonizzatori. L’ho tradotto persino a voce a mia moglie (che è tedesca…)! My compliments.

    peter patti

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